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L’amore adulto… è quello che ti frega, sai?
Perché arriva troppo tardi e ti accorgi che è più importante del primo, già… Più importante del primo amore. Che, a dirlo, sembra quasi una profanazione. Eppure è così. Ed è un casino, se hai scelto il primo amore credendo fosse per sempre. Perché ti ritrovi tutta la tua vita da una parte e, di colpo, una parte di cuore Altrove. E allora non sai che fare. E vorresti tutto e non vorresti scegliere. E tutti ti dicono di non fare cazzate e tu stesso ti dici che non hai più l’età e… Però l’amore adulto è rinascita e consapevolezza, è opportunità e rivoluzione. Perché l’uomo che sei è frutto di una storia di errori e traguardi e scivoloni e…
A tutti è concesso un amore adulto.
A chi lo sa riconoscere.
A chi fa finta di non vederlo.
Ma NON a tutti è concesso di viverlo.
E io non so che fare. Perché tu puoi e io no.
Perché tu mi vuoi e io non posso nemmeno volerti.
Forse l’amore adulto prevede anche la rinuncia.
E una buona dose di rimpianti.
O forse ci vorrebbe un’altra vita per l’ultimo amore… L’ultimo amore… non il primo.
“Vuoi essere il mio ultimo amore?”…
Dentro di me… lo sei.
Senza dubbio di difficile realizzazione, ma
assolutamente salutare.
Perchè ci crescono con la malsana
convinzione che si debba portare pazienza,
non educandoci all'esercizio e al rispetto del
sano, liberatorio e legittimo vaffanculo.
Ho deciso che ti aspetterò qui, davanti al mare.
Mi siederò li, dove l'acqua non arriva, ma a volte quasi quasi ti sfiora.
In quel posto bello nel quale il mare non ce la fa proprio a raggiungerti; non che non ci provi, lui, ma per farlo dovrebbe rubare spazio alla terra, attraversando quella linea invisibile tracciata da chissà chi, che li divide, e lo sa bene che non gli è consentito.
È che magari lo fai per gioco, solo per gioco!.. e dici:
“Proviamo a vedere cosa succede se non gli scrivo io, se non lo contatto io, se non sono io a trovare un pretesto per raccontarsi, sentirsi, sapere come va, come stai, cosa stai facendo…”.
Proviamo… Già… Proviamo.
E succede che NON succede niente.
E ti accorgi che, qualsiasi nome abbia “quel” rapporto, è un nome che hai scritto solo Tu.
E un po’ ti senti stupida.
È un po’ sapevi che era così (anche se ci speravi che… magari… chissà…!), ma… ma ci rimani male lo stesso! Che non si è immuni al dispiacere, alla delusione, al non essere considerati importanti.
E allora non resta che dirsi:
“Va bene, ok… Va bene così!”.
Anche se non va bene per niente.
Anche se ‘fanculo.
Anche se lo dici a denti stretti e lacrime dense.
Va bene così.
Passerà.
Passerai.
Trovo che la bellezza di una persona sia soprattutto nei suoi gesti.
In ciò che sceglie di fare e in ciò che sceglie di non fare.
In quella miriadi di minuscole, impercettibili attenzioni e disattenzioni che distanziano un cuore empatico da un cuore sordo.
C’è un gesto profondamente umano che racconta il dolore: abbracciare se stessi.
Spesso lo facciamo per scaldarci dal freddo... quello fuori...
A volte per scaldare l’anima...
.. ed è li che si stringe più forte, un po’ per sostenersi, un po’ per dirsi “hey... io ti voglio bene... ce la fai anche questa volta”.
Ecco...
...abbracciarsi forte per volersi bene, per coccolarsi, per darsi forza.
Oggi mi abbraccio così forte da farmi male.
Mi ricorda i confini di me... per non perdermi.
..arriva l'alba o forse no
a volte ciò che sembra alba non è
ma so che so camminare dritto sull'acqua e...
...su quello che non c'è
maledico il mio modo di morire salvo
https://www.youtube.com/watch?v=hMDVH2PbSM0&list=RDMM&start_radio=1&rv=B3gvaMO5wAU