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Oggi ho avuto il mio primo giorno di pena. Succede sempre in questo periodo. E la causa è il Natale, con tutti quegli alberi recisi, ai lati delle strade. Tutti ammassati, piegati, sofferenti...Sembrano chiedere aiuto o acqua per potersi riprendere....Ma nessuna cura per loro. Senza troppa attenzione vengono raccolti, messi alla meglio sulle auto e portati nelle case per renderli ridicoli con quei loro strani buffi travestimenti. L'abete è uno di quei sempreverdi, con una grandissima dignità. Ma così addobbato, lo scopri così ridicolo ! Sarò sciocca o forse " originale ", ma io percepisco il suo dolore che diventa agonia, nel momento in cui gli aghi cominciano a cadere..
Da bambina ricordo che andavo nei parchi, staccavo quelle sottilissime foglie e le succhiavo... La linfa dell'ago di abete è buonissima. A casa, provavo a fare la stessa cosa con l'albero natalizio.. Ma il sapore non era lo stesso. Lì ebbi la triste percezione che l'albero che doveva rappresentare gioia, in realtà non era altro che un cadavere...Un cadavere morto per la nostra vanità.
E non voglio soffermarmi ai giorni successivi alle feste...dove i cassonetti straripano di rametti nudi, come fossero stati spolpati dalla nostra ingordigia di possedere una felicità che diventerà da lì a poco, alimento per l'inceneritore. Ho sempre associato quest' immagine, alla prova tangibile che la felicità che non esiste.
Sav