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La curiosità presuppone sempre una risposta. Capisco l'imbarazzo nell' affrontare certe domande, quando alla base c'e' una timidizza di fondo o una paura atavica nel rivelare le proprie fragilità. Questo pudore che sosteniamo per proteggere intime emozioni vede molti impegnati nel crearsi una specie si corteccia che copre, copre tutto. La barriera eretta con grande impegno, giorno dopo giorno, diventa muro impenetrabile. Alla fine, anche quelle conversazioni che dovrebbero essere libere di esprimere pensieri nitidi, leali, umani ... rischiano di divenire un penoso esempio di superficiale banalità. Ed è così che nascono vuoti silenzi, incomunicabilità, e anche noia nell'ascoltare e nell'ascoltarsi.
In certi momenti, conversare con persone che credevo di conoscere mi porta a distogliere lo sguardo e provare molto più interesse per una parete bianca. In quella almeno posso spaziare con la fantasia e vederla rossa o verde o coglierci persino un bel murales di Rivera.
Mi piacerebbe lanciare nel bel mezzo di un qualsiasi dialogo la fatidica domanda : " Ma tu chi sei ? Perchè in quello che mi stai dicendo, io non trovo te ..." Invito qualcuno a farlo e annotare le risposte. Quelle certezze che sembrano contraddistinguere molti di noi, attraverso dichiarazioni più o meno ostentate dal sapore di reality di bassa lega, si trasformeranno in evidente disagio, in frasi senza senso o nel peggiore dei casi, in risate cretine, decisamente irritanti. Ecco quella titubanza , quel celarsi, quel farfugliare parole,sempre parole...troppe parole, rischiano di farci perdere interesse nell'individuo e ridurci nella condizione di eterni sognatori.
Sav