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le nostre lacrime..

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le nostre lacrime..

Proposto da Savina giorni fa Risposte (2)

Siamo in guerra: contro l’ emarginazione culturale, contro la corruzione da quarto mondo, contro la non speranza dei ragazzi fuori dal lavoro, contro la tragedia della piccola borghesia derubata di ogni dignità. E le fabbriche chiudono, e gli insegnanti restano a casa. Eppure, l’ Italia dei sacrifici diventa un paese separato. Mai vendute tante auto di lusso come negli ultimi mesi: il superbollo non spaventa le bande bassotti.

Nessuno protesta e chi decide per tutti, rivolta la vita di tutti.

Ormai tocchiamo il fondo, ecco l’ urgenza del ritrovare il tempo perduto.

"Un tempo" ... Un tempo, l’elenco dei redditi era  pubblicato su ogni giornale, nome per nome, città per città: le pagine più lette d’Italia. Dietro le porte di casa si facevano conti e confronti. Com’era possibile che il vicino di pianerottolo avesse la villa in montagna e tre stanze al mare, auto dalla cilindrata potente, week end chissà dove se denunciava cinque milioni in meno del capofamiglia con mutuo da pagare e utilitaria alle corde? E il vicino superproprietario si rabbuiava pensando alla perfidia dei maledetti curiosi. Erano anni diversi, non stavamo precipitando. Se avvenisse ora, una distribuzione a tappeto delle  dichiarazioni dei redditi di coloro ritenuti “sospetti”, forse si rivelerebbe  un’altra Italia, quella sommersa, quella occultata, quella che è diventata “mannaia” per molti di noi. Serve il consenso “ patriottico “ del governo per rendere pubblici peccati e virtù come qualche anno fa? L’eleganza dei nuovi ministri sembra dubitare. Se il testimone di una rapina chiama la polizia é cittadino benemerito, come mai quando si ruba sulle tasse, quindi si avvilisce la vita di milioni di persone, è proibito puntare il dito per indicare il colpevole?  Oppure è meglio lasciar fare e tirare la cinghia?
Ps : grazie Ippolito !